RODIN, IL PRIMO SCULTORE MODERNO – MARTEDì 11 MAGGIO 2021 ORE 21:00
Il prossimo incontro, sempre on line su piattaforma zoom, ci porterà alla scoperta di uno scultore famoso, ma forse non conosciuto come meriterebbe:
Rodin – il primo scultore moderno
con Elena Governo
Martedì 11 maggio, ore 21,00
Un appuntamento serale con l’arte e la cultura per addolcire questi tempi inquieti. Un racconto di storia dell’arte per narrarvi la vita e l’opera di Auguste Rodin.
Per chi non l’avesse già fatto, chiediamo cortesemente di confermare la partecipazione (che è gratuita per i Soci) rispondendo qui o inviando un messaggio a Federica 335.120 2822.
il codice di accesso su zoom sarà comunicato due giorni prima.
Durata un’ora e mezza. E’ indispensabile dotarsi della piattaforma zoom sul cellulare o sul computer. E’ gratuita e facile da installare. Chi avesse qualche necessità di accompagnamento all’installazione (e magari di fare una prova nell’uso) può rivolgersi a Viviana Ceserani lavivy6@gmail.com: vi ricontatterà per telefono.
‘Sin da bambino, sin dove arrivano i miei ricordi, so che disegnavo.
Un droghiere dal quale mia madre si serviva, avvolgeva le prugne secche in cartocci fatti con le pagine dei libri illustrati – usava persino le stampe ogni tanto!
E io le copiavo, e furono quelli i miei primi modelli’.
Così Auguste Rodin, l’artista più pagato della Francia di fine Ottocento, ricorda senza imbarazzo la propria infanzia. I ricordi proseguono a ritroso e scavano lunghe trincee nella memoria, quasi a mettere in sicurezza quelle immagini sfocate, ambientate nella cucina di una casa modesta in Rue de l’Arbalète, al 3.
Il ricordo delle frittelle che sua madre faceva per i giorni di festa gli fa ancora salire le lacrime agli occhi, nonostante il maestro abbia superato la settantina e abbia persino ricevuto il re d’Inghilterra, Edoardo VII, nella propria umile casa.
Un giovane poeta tedesco non gli dà pace. Continua a scrivergli lettere, a porgli domande, e sferza la sua memoria. Quel poeta è Rainer Maria Rilke.
Auguste Rodin era nato nel 1840, a Parigi, in una famiglia umile. Non c’erano i soldi per acquistare giocattoli o leccornie, non c’erano soldi per comprare alcunché. Marie, così si chiamava la madre, iniziò allora a modellare per il proprio bambino delle frittelle dalle forme fantastiche e lui, divertito, a soli 5 anni, iniziò a imitarla e a modellare figurine umane con la pastella da friggere: “Mia mamma rideva di quelle forme mostruose, ma non le scartava. Le buttava ugualmente nell’olio bollente e insieme guardavamo divertiti le forme gonfiarsi e cambiare, mentre aspettavamo di vederle dorarsi. Probabilmente sono diventato uno scultore per questo, per merito dell’amore di mia madre e di quei pomeriggi passati insieme”.
Quanto è rara nella storia dell’arte la capacità di un artista di mettere da parte il proprio ego e raccontare, con parole schiette e sincere, non solo i successi ma anche tutte le miserie che li hanno preceduti: i giorni difficili, i mesi immobili, gli anni passati nel più completo anonimato.
Per molti artisti la preoccupazione più grande è quella di creare un’immagine di sé che sia stupefacente, che sia essa stessa un’opera d’arte… e quanti amici, quanti amori, quanti padri e quante madri sono stati sacrificati sull’altare della fama, rimossi con vergogna dalle autobiografie. E poi ci sono le mosche bianche, come Giovanni Segantini o come Auguste Rodin: due fiumi in piena, due uomini capaci di socchiudere gli occhi, mettere a fuoco un argomento e iniziare a scriverne come in un flusso di coscienza.
Nel caso di Rodin, nato nel 1840 e morto nel 1917, quel racconto schietto e onesto coincide con il racconto della nascita della moderna Francia, le memorie di un Impero e le lotte di una giovane Repubblica, sul fondale dipinto dalla stagione dell’Impressionismo.
Se vi è piaciuta la serata dedicata a Segantini, vorrete forse tenerci compagnia ancora una volta. Anche in questo caso presenterò un artista che, per una strana combinazione di carattere e opportunità, ha saputo trasformare un destino avaro in una grandissima, memorabile avventura. Anche di Rodin possiamo dire che fu un grande uomo, un grande scultore, un grande intellettuale. E in un periodo così cupo, avere dei buoni esempi umani può certamente darci forza e ispirazione.
Elena Governo