Visita alla Cappella della Regina Teodolinda, Venerdì 20 marzo 2015 (articolo e foto)
Che la giornata del 20 marzo sarebbe stata fuori dall’ordinario, era già stato anticipato dalla tv e dai giornali. Il primo giorno di primavera è stato infatti scandito da un’eclissi parziale che, nonostante il cielo piuttosto nuvoloso, ha tenuto un po’ tutti con il naso all’insù.
Del tutto eccezionale, però, è stata anche l’occasione che Agorà ha offerto ad una trentina di soci, di visitare la Cappella della Regina Teodolinda a Monza. A sei anni dall’inizio della campagna di restauro che ha riportato questo gioiello dell’arte lombarda agli antichi splendori, ancora per poche settimane è data al pubblico la possibilità di salire sui ponteggi del cantiere per osservare da vicino le pitture realizzate tra il 1441 e il 1446 dalla famiglia Zavattari.
Per questioni di sicurezza l’accesso al cantiere è consentito fino ad un massimo di 15 persone per volta, così il nostro gruppo si è divide: mentre la prima metà visita la Cappella, l’altra metà viene accompagnata dalla nostra guida, Anna Nebuloni, a visitare l’attiguo Museo e Tesoro del Duomo.
Collocato nei sotterranei del chiostrino settentrionale, il Museo è diviso in due sezioni e narra le vicende della vicina Basilica dedicata a San Giovanni, dalla sua fondazione voluta dalla Regina Teodolinda, fino all’epoca moderna.
Una storia lunga più di 1400 anni, narrata da una serie straordinaria di oggetti unici e preziosi, ben valorizzati da un allestimento moderno e da un’illuminazione curata.
A dare il benvenuto ai visitatori alcuni arazzi del XVI secolo, provenienti da Bozzolo (MN), raffiguranti le storie di San Giovanni Battista. Si prosegue poi tra ampolle-reliquiario contenenti oli dei Luoghi Santi paleocristiani, terrecotte e avori intagliati di notevole pregio. Ma ancora più preziosi e stupefacenti sono i manufatti conservati nella cosiddetta stanza del tesoro : capolavori di oreficeria, tra cui una corona votiva della Regina Teodolinda (l’unica rimasta, insieme alla Corona Ferrea), la Croce votiva detta di Agilulfo e una meravigliosa chioccia con sette pulcini, in lamina d’argento lavorato con grande maestria.
Al piano inferiore si colloca la Collezione Gaiani che raccoglie oggetti, quadri, statue e decorazioni realizzati per il Duomo. Di grande impatto visivo è la balconata che dà sulla ricostruzione del rosone della facciata della Basilica. Si tratta delle vetrate originali, realizzate alla fine del Quattrocento e ivi collocate per motivi conservativi. Anche la attigua statua di San Giovanni Battista è originale, ricoverata in Museo per preservarne l’integrità e sostituita sul pronao della Basilica da una copia.
Terminata la visita al Museo, i gruppi si scambiano: è finalmente giunto il momento di accedere alla Cappella Zavattari. Cinquecento metri quadrati di pitture murarie e affreschi, per un totale di quarantacinque scene disposte su cinque registri, che illustrano episodi della vita della Regina Teodolinda e della sua corte: scene di caccia, banchetti, feste, balli, battaglie.. il tutto raffigurato con una raffinatissima ricchezza di dettagli, che solo una visita a distanza ravvicinata può rivelare. Dalle scintillanti armature, agli eleganti vestiti in broccati e damaschi, passando per i volti, ben 800, così espressivi da poter essere quasi considerati dei veri e propri ritratti, al cibo (curioso come sulla tavola della Regina compaiano degli inequivocabili e moderni confetti), fino agli strumenti musicali. E l’oro è ovunque: nelle corone e nei gioielli, sulle vesti, nei capelli, nei candelabri e negli scettri, oro a rilievo sulle pastiglie di gesso e colla (tecnica utilizzata per dare tridimensionalità ad alcuni dettagli, come le bardature dei cavalli e i particolari delle armature) o punzonato sul fondo.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il meticoloso lavoro dei restauratori. Durante la lunga campagna di restauro, l’impiego di tecniche diagnostiche e di intervento all’avanguardia ha permesso di riportare la cromia delle pitture all’antico splendore, eliminando quella “patina del tempo” che ne celava la bellezza.
Dopo un veloce pranzo ristoratore, completiamo la visita soffermandoci sul Duomo. Della chiesa fondata da Teodolinda è rimasto poco nulla. Il Duomo, così come si presenta oggi, è il risultato della rifondazione trecentesca ad opera di un Maestro Campionese, Matteo da Campione e da una serie di interventi successivi, che ne hanno via via mutato e impreziosito l’aspetto.
Internamente presenta ricche decorazioni barocche, che nella navata principale raffigurano storie della Regina Teodolinda e della Corona Ferrea. In opposizione alle Storie di San Giovanni Battista poste sul transetto settentrionale, campeggia un enorme Albero di Jesse: curioso come tale opera che ad un occhio disattento potrebbe quasi sembrare di gusto medievale, sia in realtà la più estesa opera pittorica dell’Arcimboldo, artista passato alla storia per i suoi curiosi ritratti realizzati componendo tra loro fiori, frutta e verdura.
Si sa, il tempo vola..ed è già ora di rientrare. Arrivederci Monza, speriamo di vederci presto… Magari per la visita all’altro gioiello recentemente reso nuovamente fruibile al pubblico: Villa Reale!
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